2018 marzo 03 – Riaprono i Musei del Cibo della provincia di Parma

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Dopo la consueta pausa invernale, sabato 3 marzo, riaprono i Musei del Cibo della provincia di Parma. I sei musei – Musei di Qualità della Regione Emilia-Romagna – costituiscono un circuito dedicato ai prodotti tipici del territorio parmense, un progetto ideato per conservare e promuovere le tradizioni enogastronomiche che sono ormai patrimonio nazionale. Ne fanno parte: il Museo del Parmigiano Reggiano a Soragna, della Pasta e del Pomodoro a Collecchio, del Vino a Sala Baganza, del Salame a Felino, del Prosciutto a Langhirano.

“Affrontiamo questa nuova stagione felici di proporre ai nostri ospiti diverse novità, a cominciare dal nuovo sito internet più funzionale, con un design pulito e semplice che facilita la lettura e semplifica la navigazione anche in mobile – spiega Maurizio Ceci, presidente dell’Associazione Musei del Cibo della Provincia di Parma -. E poi, non meno importante, sarà la nuova biglietteria on-line grazie alla quale chiunque potrà prenotare autonomamente la propria visita e programmare così con ancora maggiore facilità un viaggio o un week-end nel nostro territorio inserendo fra le tappe anche i Musei del Cibo.

Ricco è anche il programma dedicato alla didattica. Offriamo nuovi e stimolanti laboratori per fare in modo che i più piccoli possano imparare divertendosi e ampliare le conoscenze legate al cibo. Un tassello questo molto importante per la crescita dei futuri cittadini. Tutti questi progetti, impegnativi per i Musei, sono stati progettati in vista delle iniziative di Parma Capitale della Cultura 2020 a cui i Musei del Cibo contribuiscono con il proprio patrimonio culturale”.

Nei sei Musei si possono trovare tantissimi cimeli e curiosità, per citare solo alcuni dei 1684 oggetti esposti: l’antica caldaia per il Parmigiano in rame a fuoco diretto della metà dell’Ottocento; le vetrine con la storia della grattugia; un intero pastificio, perfettamente restaurato (1850); il più antico campione di spaghetti industriali conosciuto (1837); la galleria della pubblicità storica della pasta, la Topolino pubblicitaria del concentrato in tubetto Mutti; la collezione di 105 latte di conserva (tutte databili al 1938); la storia dell’apriscatole (unica in Italia) con 32 esemplari diversi. E poi ancora anfore, dolio e rarissime brocche di vetro di epoca romana; bottiglie originali di vini parmensi (dal 1832 al 1909); le straordinarie cucine rinascimentali del castello di Felino; la rossa insaccatrice gigante da salami e sali provenienti da tutto il mondo oltre agli oggetti legati al sale di Salsomaggiore.

Anche le sedi espositive sono dei veri e propri gioielli: il caseificio della metà dell’Ottocento, unico al mondo a pianta circolare a Soragna, la “Corte di Giarola” a Collecchio, storica Grancia benedettina risalente all’anno Mille, sorta lungo il tracciato della Via Francigena, la Rocca di Sala Baganza della seconda metà del 1200 di proprietà prima dei Sanvitale e poi dei Farnese e dei Borbone, il trecentesco Castello di Felino e infine l’ex Foro Boario di Langhirano, ampia costruzione ad arcate in sasso e cotto.

Dall’apertura ad oggi, oltre 211.000 persone hanno visitato il circuito che racconta, celebra e valorizza i prodotti della terra parmense. Perché Parma, oltre a essere città ricca di tradizioni musicali e culturali, monumenti e opere d’arte è anche la capitale del gusto e della buona tavola, come ha recentemente riconosciuto Unesco assegnandole il titolo di City of Gastronomy.

In occasione della riapertura, domenica 4 marzo, al Museo della Pasta (Corte di Giarola – Collecchio), dalle 15.30 alle 17, è stato organizzato: “Maltagliati di tutti i colori, per chi non fa errori!”, un coloratissimo laboratorio per bambini dai 4 ai 10 anni, tra cucina e scienza, alla scoperta di cosa ci vuole e come si fa per fare una bella pasta al dente.

Il Museo della Pasta, con i suoi oggetti, sarà il teatro di questo laboratorio dove i piccoli partecipanti potranno scoprire dove “si nasconde” il glutine e realizzare formati diversi di pasta di tanti colori. Il progetto è a cura di Silvia Strozzi, esperta di cucina naturale e Roberta Mazzoni, responsabile della didattica dei Musei del Cibo.

Per i più piccoli possibilità di attività libere, con i genitori, presso il PomoCovo e per gli accompagnatori, c’è la possibilità di visita libera al sottostante Museo del Pomodoro.

La partecipazione è gratuita, ma la prenotazione è obbligatoria.

Info e prenotazione: Museo della Pasta, 0521.4018157, lunedì-domenica 10-18.

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I sei musei sono aperti il sabato, la domenica e tutti i giorni festivi fino all’8 dicembre (compreso).

Orario: Museo del Prosciutto (Langhirano), Museo della Pasta (Collecchio), Museo del Pomodoro (Collecchio) dalle 10 alle 18; Museo del Parmigiano Reggiano (Soragna) Museo del Salame (Felino) dalle 10 alle 13 e dalle 14 alle 18 e Museo del Vino (Sala Baganza) dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 18.

Info e biglietteria: tel. 0521 931800, martedì-domenica 9,30-18,30, segreteria@museidelcibo.

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