L’Abbecedario dei Musei del Cibo

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A-B-C-D. Quattro lettere – le prime dell’alfabeto – danno vita ad una parola dalle assonanze arcane e misteriose: abbecedario.

Il libro per insegnare l’alfabeto e imparare a leggere, amato da generazioni di scolari (ce lo aveva anche Pinocchio!), illustrato con i colori e le forme degli oggetti-guida scelti come testimoni di un mondo ancora da scoprire.

Ma anche un abbecedario del cuore – per dirla come il grande Gillo Dorfles – che usa le parole come passe-partout per conoscere (e riconoscere e riconoscersi) un passato ricco di storie, emozioni, cultura…

A come Aratro, B come Botte, C come Caldaia…

Le lettere si snocciolano in un racconto che dà voce – come un moderno cantastorie – a mestieri e sonorità antichi in cui la forma dei singoli oggetti diviene specchio della società che li ha creati.

Un modo per scoprire – dalla parola all’oggetto e dall’oggetto al mondo – quel patrimonio di saperi che le generazioni hanno accumulato nel tempo alle nostre spalle e che noi, spesso sbadati, più non sappiamo leggere.

Un abbecedario per imparare – con quella degli oggetti – la nostra storia e per leggere, riflessa negli oggetti amorevolmente custoditi dai Musei del Cibo, uno spicchio del nostro futuro.

Alessandra Mordacci, Conservatore dei Musei del Cibo, dà voce e racconto agli oggetti delle collezioni esposte ai Musei del Cibo di Parma.

Riprese presso i Musei del Cibo e montaggio curati da Giulia Melassi, Beatrice Dallasta e Martina Corte De Checco nell’ambito della convenzione con il Corso di Giornalismo e di Scienze Gastronomiche dell’Università degli Studi di Parma – Anno Accademico 2021-2022. Ricerche iconografiche Claudio Casalini.