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Le vie dei sapori

Gusti e specialità della Food Valley

L’amore per il buon mangiare, tipico di questi luoghi, è il frutto di una secolare tradizione gastronomica, che in questa terra privilegiata si è sviluppato fin dai tempi più remoti. Già nel Trecento Giovanni Boccaccio aveva posto al centro del Paese di Bengodi una montagna di Parmigiano grattugiato dalla quale rotolavano, verso fiumi di Vernaccia, ottimi ravioli.
Così la vocazione gastronomica e alimentare del Parmense, Terra dei Sapori per eccellenza, può vantare tradizioni secolari, ma risalgono all’Ottocento le basi della moderna industria agroalimentare, che ha saputo, via via, cogliere le opportunità del mercato e affiancarvi – in uno straordinario equilibrio – innovazione e tradizione, così che Parma può, oggi, a ragione essere considerata la Food Valley italiana.
In questo contesto si collocano l’industria di trasformazione dei salumi – Prosciutto di ParmaSalame FelinoCulatelloSpalla di San Secondo in prima linea – avvantaggiata da una straordinaria configurazione orografica e apprezzata già in epoca romana; l’attività casearia che vede nel Parmigiano Reggiano il fiore dei formaggi italiani e nella Parmalat il leader del latte a lunga conservazione; l’industria della pasta che ha nella Barilla – sviluppatasi dal 1877 da un negozio di panetteria – il leader mondiale del settore; l’industria conserviera del pomodoro, avviata da Carlo Rognoni (1829-1904), negli anni Sessanta dell’Ottocento e che agli inizi del secondo decennio del Novecento poteva già contare una settantina di aziende attive nel territorio di Parma – Bertozzi, Mutti, Pezziol, Rodolfi, Tanzi sono i principali nomi che vi figurano – tra cui sarebbero col tempo emerse le realtà destinate a guadagnare la leadership del settore. A tutto ciò si affiancano i “Funghi della Val Taro” ed il “Tartufo Nero di Fragno”; preziosi e prelibati “frutti” dell’Appennino e gli inconfondibili vini del Parmense: la frizzante Malvasia ed il Lambrusco della Bassa.
Il Parmense, Terra dei Sapori, permette di vedere e conoscere il ciclo creativo di questi prodotti per molti versi unici, gustarne la migliore qualità e, tra una visita e una degustazione, passeggiare nei castelli, nei musei, fra le pievi, nei parchi, fra le colline e i monumenti che arricchiscono questo territorio.