COLLINA – Sala Baganza e la sua Rocca

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Description

Steso ai piedi delle prime colline dell’Appennino, ecco il piccolo borgo di Sala Baganza, che lega la propria storia alla Rocca Sanvitale, costruzione situata nel cuore dell’abitato e con un passato importante, poiché svolse un ruolo di primaria importanza nel sistema difensivo dei castelli parmensi.

Già esistente nel 1441, la Rocca fu ricostruita per volere di Giberto III Sanvitale nel 1477, dietro consenso del Duca di Milano Gian Galeazzo Maria Sforza che, in quello stesso anno, nominò i Sanvitale Conti di Sala, e rimaneggiata nel corso dei secoli dagli stessi Sanvitale, dai duchi Farnese e, infine, da Maria Luigia d’Asburgo. Nel 1630, si trasformò in luogo di convalescenza alla scampata epidemia di peste e divenne la fastosa residenza estiva del Collegio dei Nobili di Parma.

Della primitiva fabbrica, quadrilatera e con torri angolari, l’attuale fortezza conserva solo il lato prospettante l’ampia piazza selciata con un lungo parallelepipedo a tre piani, delimitato agli estremi dai resti di due torrioni angolari, in cui si riconoscono resti di beccatelli. Della splendida e imponente costruzione originaria, rimangono ben visibili il torrione a nord-est, il ponte di accesso e quasi per intero la cinta muraria che racchiudeva originariamente un giardino. Su un lato, sopravvivono le testimonianze di un portico quattrocentesco con capitelli cubici appartenente all’Oratorio di San Lorenzo.

Le sale interne della Rocca, di recente sottoposte a importanti interventi di restauro, mostrano preziosi affreschi e decorazioni, opere cinquecentesche di Orazio Samacchini, Bernardino Campi e Cesare Baglione, e la “Sala dell’Apocalisse”, dipinta con squisito gusto rococò da Sebastiano Galeotti nel 1726.

Nelle cantine e nella ghiacciaia della Rocca è stata allestita la Cantina dei Musei del Cibo della provincia di Parma, un percorso espositivo e sensoriale dedicato al vino di Parma, alla sua storia e alla sua cultura.

Al corpo centrale dell’antica fortezza, è annesso il piccolo oratorio dell’Assunta, in stile neoclassico, eretto tra il 1793 e il 1795 per volere del Duca Ferdinando di Borbone, che si affaccia sulla Piazza, a fianco della cosiddetta “Cortaccia”, un’ampia corte quadrangolare dove erano dislocate le scuderie e i bassi servizi.

Il giardino storico ai piedi della Rocca è detto ”Giardino del Melograno”. Sebbene il suo primo impianto risalga all’epoca farnesiana, il disegno tramandatoci dalla cartografia storica si deve a Ennemond-Alexandre Petitot, l’architetto di Corte del Duca di Parma, don Filippo di Borbone, che delineò un potager, cioè un orto-giardino, caratterizzato, nella sua struttura, da due tipologie di piante da frutto, il melo da fiore e il pero cotogno, in grado di offrire per tutto l’anno svariati effetti cromatici, e coltivato a orto nelle aiuole delimitate dagli alberi. Caduto in abbandono nell’Ottocento e perduto il disegno originario, è stato recentemente restaurato, secondo l’impianto originale settecentesco. Il giardino, tuttora circondato dalle mura fatte costruire dai Farnese, ha una forma rettangolare suddivisa in 16 quadrati con sentieri percorribili e presenta al centro una piccola vasca circolare. Sul perimetro lecci sempreverdi, lungo i percorsi principali meli da fiore, attorno alla fontana del giardino alberi di pere cotogne.

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