Description
Al piano terreno della Rocca, si trova un ambiente affrescato dal pittore manierista nel 1523.
La saletta, di forma rettangolare, misura 4 metri e mezzo per tre e mezzo, per un’altezza complessiva di 3 metri e novanta centimetri. Presenta un soffitto a volta costruito su quattordici lunette, 4 sui lati lunghi e 3 su quelli corti, alternate da peducci a rilievo a forma di maschere di medusa, in stucco a rilievo.
La decorazione ad affresco riveste totalmente questi spazi, lasciando libera la zona inferiore, rivestita forse in origine da arazzi e boiseries.
La volta è pensata come una sorta di cripta-gazebo caratterizzata da pennacchi in finto mosaico dorato, forati da oculi che aprono sull’azzurro del cielo sui quali si innesta un pergolato sostenuto da intrecci di canne e intercalato da dodici putti, di cui alcuni alati, che offrono ghirlande di frutta e fiori.
Il pergolato si apre al centro con una “finestra” ottagonale circondata da un roseto.
Nelle lunette, con un andamento narrativo continuo anche se attento all’inquadratura delle singole figure, si snoda la fabula di Diana e Atteone, desunta, con qualche libertà poetica, dal III Libro delle Metamorfosi di Ovidio: Atteone, cacciando, sorprese casualmente, mentre facevano il bagno in un laghetto, Diana, circondata dalle sua ancelle. La dea, irritata per essere stata vista senza veli da un mortale, trasformò Atteone in cervo, destinato ad essere ben presto sbranato dai suoi stessi cani.
L’ambientazione del ciclo pittorico rispecchia fedelmente il luogo e l’ora del racconto ovidiano, con una serie però di piccole varianti, funzionali all’interpretazione della narrazione mitologica che sia Parmigianino che i suoi committenti volevano proporre.
Sono infatti Galeazzo Sanvitale, conte di Fontanellato, Noceto e Belfiore, e la moglie Paola Gonzaga a commissionare, nel 1523 al giovane Francesco Mazzola, gli affreschi della sala del loro castello. Il ritratto di Paola Gonzaga è ancora nella saletta, e campeggia nell’affresco sopra la finestra; la tela che effigia Galeazzo, che un tempo si trovava proprio nella parete di fronte a quella che vede raffigurata la moglie, si trova oggi al museo di Capodimonte a Napoli.
Al fine di consentire una migliore conservazione degli affreschi, restaurati nel 1998 dall’Opificio delle Pietre Dure di Firenze, e al contempo una migliore lettura dell’opera, è stata allestita una sala didattica permanente, preparatoria alla visita, divisa in tre sezioni tematiche: una parte introduttiva che fornisce la biografia del pittore completata da cenni sulla committenza; la riproduzione fotografica degli affreschi delle lunette con la fabula di Diana e Atteone, affiancati da studi e disegni e completati da un testo di commento che enuncia le diverse ipotesi di interpretazione dei dipinti; il restauro e la vicenda conservativa degli affreschi fino ai nostri giorni.
Con la visita agli splendidi affreschi di Fontanellato si chiude il percorso dedicato al genio di Parmigianino in terra Parmense.
Fontanellato
Comune di Fontanellato.
Accessibilità: SS. 9 Emilia, direzione Ovest; a Ponte Taro, strada per Fontanellato, direzione Nord, 19 Km. da Parma. Linea Tep extraurbana Parma-Fontanellato-Soragna-Busseto.
Informazioni Turistiche:
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ROCCA SANVITALE
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Proprietà Comune di Fontanellato
Accessibilità: a piedi. Al centro dell’abitato.
Parcheggio pubblico fuori dal centro storico.